venerdì 27 aprile 2018

ATTENDIAMO NUOVI POSTI DI LAVORO

Le esigenze del mercato sono murare,
e l'ascensore sociale italiano sembra rotto.

Il progresso digitale segna il passo: solo
chi coltiva un'interpretazione strategica
della tecnologia la trasforma in occupazione.

Ciò fa felice la percentuale di occupazione
recente, allontanando, così, la paura del futuro
colpito da una densa nebbia che c'è il bisogno
di diradare.

C'è una forte incertezza in materia di occupazione
perché tanti vecchi lavori sono a rischio, causa
la spasmodica velocità dell'innovazione digitale.

Il decennio iniziato nel 2007, seguito dalla crisi
finanziaria e dalla spettacolare accelerazione
digitale, si è tradotto in un'enorme fatica
congiunturale e in una fortissima pressione
strutturale mettendo in discussione convinzioni
che sembravano intoccabili almeno in occidente.

Ripariamo, dunque, questo ascensore sociale,
e teniamo sotto controllo la sua manutenzione
con innovazioni adeguate che non producano
distruzione di posti di lavoro on termini di quantità
ma di trasformazione capace di mantenere le unità
lavorative e cercare di migliorarle, come già osservava
John Maynard Keynes a proposito di disoccupazione
tecnologica nel suo saggio del 1933.

L'economista voleva ricordare che le nazioni che
subiscono una distruzione superiore alla creazione
di posti di lavoro sono quelle che sono all'avanguardia
del processo tecnologico.

L'affermazione di Keynes merita un'attenta riflessione
perché l'Italia resta tra i Paesi meno avanzati in termini
di ricorso al digitale nell'innovazione dei processo
amministrativi e imprenditoriali, arretratezza cimpresa
della disponibilità di infrastrutture oltre che per l'immaturità
culturale e l'analfabetismo funzionale che la prevede.

Coltiviamo, dunque, una interpretazione strategica
delle opportunità offerte dalla tecnologia per la crescita 
dell'occupazione.

Affrontiamo questo viaggio, e ogni passaggio va preso
come una preparazione del successivo.

Perché il futuro non si prevede: si costruisce.

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