Già pubblicato nel Gazzettino dd. 13 Giugno 2019
Perché due Italie?
Certo, un'Italia stanca e una furiosa.
La prima è sotterranea, silente,
probabilmente più grande di quanto
si possa credere.
E' stanca di demagogia, di volgarità,
anche di luoghi comuni.
Insomma di un Paese che non è in grado
di far sistema, un Paese che ignora energie
e saperi.
La seconda è arrabbiata, anche delusa,
e mancante di un ascensore sociale
perché prevalgono sotterfugi, furbizie,
sottomissioni e alla continua ricerca
di favori.
Nell'ultimo quarto di secolo la politica
ha sottovalutato un'Italia stanca, e ha favorito
la parte litigiosa.
Ha nutrito un'Italia distribuendo briciole
pur mantenendo un consenso elettorale.
E le briciole in esame sono pure costose a carico
di un debito pubblico in continua lievitazione
e sulle spalle delle nuove generazioni.
Siamo in presenza di un vero inganno
che ci rende logicamente furiosi.
Tenendo presente un'Italia senza tasse di Berlusconi,
illusa per la redistribuzione del reddito concessa
da Renzi, in collegamento, poi, con il reddito
di cittadinanza e quota cento, concessi in tandem
da Di Maio e Salvini.
E poi le promesse di posti di lavoro, addirittura
sull'orlo di un milione.
Conte sta attualmente tirando le somme,
e non vuole metterci la faccia per nascondere
ancora l'enorme miopia che viaggia indisturbata
nel buio italico.
E non si vuole cambiare schema!
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