IL CAPITALE INTANGIBILE POCO RICONOSCIUTO

Una politica industriale saggia deve puntare
su competenze e ricerca, se vogliamo una vera
ripresa.

Il cuore dei problemi economici sta nella debolezza
del nostro potenziale economico che pulsa poco
e non intende incentivare l'accumulazione
del capitale immateriale.

E' proprio questo un tessello debole
per ricomporre il puzzle dello sviluppo
economico italiano, causa di un coerente
e aggiornato ruolo dell'attore pubblico
che stenta a far decollare iniziative nuove
verso una direzione pensante.

Il motore dello sviluppo è il capitale intangibile
ovvero il capitale umano e immateriale (ricerca
e sviluppo, brevetti, software, progettazione,
capitale manageriale e altro) che lubrifica
il motore economico, e procura speranza e freschezza
alla catena del valore: produzione, reddito positivo
con un roe soddisfacente, e occupazione.

Ripensare il presente significa produrre un consistente
sforzo di rinnovamento capace di produrre ingredienti
necessari e utili a consolidare competenze e ricerca.

Questo è il valore aggiunto che manca perchè si possa
sviluppare un solido capitale intangibile che rappresenta
il centro della creazione del valore.

Sforniamo, dunque, una cultura nuova che deve essere
contivisa e confrontabile con altre culture.

Alberga da noi la tendenza a privilegiare spesso
l'investimento materiale pubblico e privato
perchè è più facile da certificare rispetto
a quello immateriale.

Un circolo vizioso da interrompere
perchè il mondo viaggia in direzioni diverse.