Manovra bocciata fuori confine, promossa
all'interno con un "Io speriamo che me la cavo".
Prevale, invece, una confusione rispetto
a una chiara direzione di marcia.
In via di preparazione la manovra ha avuto
comportamenti altalenanti che hanno alla base
due grossi peccati originali.
Il primo è continuare a voler negare
che le risorse siano scarse.
In realtà i due leader non hanno mai
tirato la coperta da una parte per scoprire l'altra.
In breve la coperta è corta.
Un buon padre di famiglia sa perfettamente
quanti soldi entrano ogni mese e quindi quanti
ne possono uscire.
Lo Stato da sempre ha speso a "manetta"
non prevedendo il vero introito fiscale.
Si invoca a viva voce la flessibilità,
e la si pretende, senza pensare che più
deficit significa più debito.
E si preferisce vivere nell'incertezza!
Si invoca il cambiamento senza implementare
un vero indirizzo, un obiettivo.
Da qui il secondo peccato originale che produce
vera incertezza che può diventare incomprensione
tra maggioranza e Paese.
Fa fede il "contratto" escludendo quel vangelo
richiesto da forze interne ed esterne.
Solo il contratto è credibile.
E la credibilità in politica è tutto.
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