lunedì 29 ottobre 2018

POLITICA FINANZIARIA E POLITICA CULTURALE

Che l'Italia abbia una proiezione internazionale
debole è un dato di fatto.

Sotto il profilo finanziario la crisi è evidente,
spread e borsa rappresentano quel faro
che poco illumina la nostra penisola,
mentre sotto il profilo culturale la debolezza
è evidente, nonostante l'occasionale tentazione
di "battere i pugni sul tavolo" per mettere in risalto
ancor più questa debolezza.

E quando si ha una proiezione debole,
si glissa per mettere in campo tutti
i rimedi possibili.

Senza risultati, però!

Si accantonano la vera consapevolezza
del passato (arte e cultura), la capacità
di innovazione, la coscienza critica accumulata
per scivolare in uno stagno che annulla
pensieri creativi e desiderio di futuro.

Altri Paesi lavorano con azioni aggressive
per ricavare "grandeur" come la Francia,
lo stesso fa la Gran, Bretagna, per non parlare
della Spagna che nell'uso politico della cultura
ha ormai preso il largo.

L'Italia, invece, si muove fra una cronica
carenza di fondi e una frammentazione
che ha a volte del grottesco.

Manca la buona volontà per presentare
una immagine coerente a sostegno del riconoscibile
"brand Italia", e introdurre un minimo di razionalità.

In Italia pesano incrostazioni culturali e resistenze
burocratiche, e si preferiscono feste paesane
e tendoni ricchi di cibo.

Cambiare si può! 

Ma non dovrebbe essere questo uno dei compiti
dello sbandierato "governo del cambiamento"?

Nessun commento: