Pubblicato nel Gazzettino del 3 maggio 2019
Titolo: " Nel merito, non nel privilegio"
Differenze sostanziali esistono tra élite
e populisti.
Ad un patto però, che la democrazia
non diventi sofferente.
Le élite devono essere élite non nel privilegio,
ma solo nel merito.
Ad una condizione: "Cioè che si arrivi
a far parte provenendo da qualsiasi ceto
sociale e si possiedono doti e competenze
obiettivamente accertate".
E devono avere un carattere democratico.
Complici di questo dislivello tra individui
sono tre fattori principali: il ristagno dell'economia,
la crescita dello svantaggio del mezzogiorno,
e la crisi del nostro sistema scolastico nei diversi stadi.
Ad accentuare questo dislivello entrano in campo
le proprie condizioni familiari di partenza.
Questo è un canale di comunicazione tra gli strati
popolari o piccolo borghesi da un lato e dall'altro
i piani alti della società che rendono più tenaci
le élite della Penisola rispetto alle fasce inferiori.
Proprio da qui è nato il populismo, una forza notevole
nel nostro Paese che va a cozzare contro le élite,
la fascia più alta nel nostro sistema, che non sia,
però, oligarchia.
Credo che proprio da qui nascono l'ostilità e l'insofferenza
dei movimenti populisti.
E tanti errori nascono per divergenze interpretative
e un certo grado di riflessione.
Da qui nasce un forte sentimento di ostilità
verso le élite.
Nessun commento:
Posta un commento