Pubblicato nel Gazzettino dd. 10 Maggio 2019
La democrazia è una splendida cosa,
ma tutto dipende da chi e come si esercita
il potere.
Con la divisione dei poteri si è allentato
il rischio di una dittatura, rimane, però,
il rischio che i vertici non siano all'altezza
dei compiti che il popolo sovrano ha loro
delegato.
Nel presente governo manca la delega
perché l'esecutivo è nato per contratto,
e la sovranità del popolo è stata a forza
accantonata.
La competenza è diventata così marginale
giusto perché la stessa è scelta da loro
per diventare nel periodo di un anno
incompetenza costruita in un' Arca di Noè
anziché in un Titanic.
Mancano politici seri, onesti e preparati,
e pure educati nel loro ruolo di esprimersi
e di agire.
Si naviga a vista in un populismo imperante,
allontanandosi dal miracolo della Costituente,
al varo cioè di una Carta costituzionale
ricca di democrazia e buon senso.
Oggi il Paese vive in un profondissimo
mutamento in senso negativo.
Gli eletti mancano di precedenti esperienze
politico-amministrative nazionali, pure
regionali e municipali, e così pure esperienze
professionali o di lavoro.
Quelli attuali non godono della fiducia
degli elettori, pure nelle relazioni internazionali.
Purtroppo, non è questo il caso dell'attuale Italia?
Attualmente si demonizza il concetto stesso
di élite e ogni forma di competenza, e si esalta
l'inesperienza.
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