Pubblicato nel Gazzettino di Padova
del 19 settembre 2019
Dopo la sconfitta del 4 marzo 2018
(referendum costituzionale), l'esimio
Renzi si è eclissato in una selva oscura,
ricca di boschi e amici bietoloni per meditare
un nuovo percorso capace di innalzarlo
nuovamente nell'altare del potere.
E così ha fatto dopo la costituzione
del nuovo governo con una velocità
impensabile agli addetti a Formula uno,
e dopo aver raccolto poltrone, e convinto
circa 40 tra deputati e senatori, bietolona
in blu compresa.
E' incomprensibile la sua scelta,
e mi auguro di breve durata, perché
la serietà politica è venuta a mancare
in forza e applicazione del detto di Andreotti:
"Il potere logora chi non ce l'ha".
E la sorpresa è arrivata carica di spregiudicatezza
ed egoismo politico.
Renzi ha manifestato il desiderio di rimanere
al governo, nascondendo eventuali richieste
future cariche di leadership e faccia tosta.
Ora il governo vive una forte complessità
perché quando fai musica
da solo è una gioia, quando suoni in tris
c'è lo scambio.
Se tutto ciò lo dai al pubblico,
ovvero ad una grande platea di italiani,
l'energia ti torna indietro.
Diventa opportunità per crescere.
Ma in presenza di un musicista come Renzi,
il risultato è solo catastrofico.
Chi vivrà, vedrà !
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