Pubblicato nel Gazzettino del 24 Ottobre 2019
Tutto è da ritoccare, come sempre!
Mi sono trovato in una boscaglia di numeri,
un "cava e metti", dalle capacità straordinarie
a produrre una tela di ragno ben fatta,
il cui bandolo si è perso nei gironi danteschi
e la cui matassa è stata inviata a Bruxelles
a notte fonda per un possibile controllo
e in attesa su possibili correzioni.
Menti stressate capaci di mettere nero
su bianco e convinte di aver lavorato bene
in un dibattito che non ha precedenti.
E' presente il tempo, necessario per ulteriori
limature opportune, e alla ricostruzione
dei grandi numeri che portino speranza
e certezza.
C'è un Conte fiducioso che in questo groviglio
di numeri, fa sorgere crescita, quella attesa
da un sistema in decadenza.
C'è pure un Di Maio che supplica un carcere duro
( 8 anni) per gli evasori e li invita a non evadere
perché la sanzione supera la quota evasa.
Quanto è illuso, e non pensa che l'evasione
è sempre esistita, ed è già pronto il bandolo
per applicarla in questo sistema dormiente
e a dondolarsi nella sua "amaca" sempre
presente nella storia.
Conte è pure orgoglioso in questo lavoro
certosino che produrrà benessere senza
trovare la vera felicità.
In realtà, conoscere la vera manovra
a mente fresca rompe l'incanto e delude.
Beata la sincerità in questo mare di numeri
che vuole una "risorgiva nuova" che sprizzi
crescita da qualche parte, e a ombrello
per dare credibilità ai numeri esposti
in manovra.
Panta rei, ripeteva Eraclito:
tutto scorre, tutto cambia e niente
è uguale a se stesso.
E così Tomasi di Lampedusa
nel su "Gattopardo" descrive il cambiamento
che non cambia.
E' il male antico della politica italiana.
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