lunedì 4 novembre 2019

SILENZIO E PARLAR TROPPO INDEBOLISCONO LA DEMOCRAZIA!

Pubblicato nel Gazzettino del 6 Novembre 2019 

E' naturale che chi perde critica,
e la critica non è mai costruttiva.

Manca, purtroppo, quel parlare pacato
che conduce alla riflessione e alla conduzione
di un'alternativa credibile.

E ciò non si verifica mai!

E' senza dubbio vero che star zitti in politica
è un errore, e il parlar troppo storpia.

Si costruisce così una scena vuota, ricca
di contraddizioni e divisioni che non producono
nulla, così siamo fermi da un ventennio
e in attesa di una bacchetta magica che metta
ordine nel disordine.

Si proclamano quotidianamente cambiamenti
che purtroppo non cambiano, rimane così,
un modo di governare ondivago e contraddittorio.

Si dà spazio all'incompetenza, la poca voglia
di fare e ad un continuo gareggiare tra i diversi
azionisti di maggioranza e minoranza che colpiscono
crescita e alternative credibili.

Non giochiamo al "lotto" sui problemi del Paese,
nella speranza che esca quel numero che da decenni
è dormiente.

E' il numero "Uno" che contiene validi programmi,
stile di leadership e di comunicazione, organizzazione
sul territorio, cioè la capacità della classe dirigente
di connettersi con la base sociale.

Si rischia di aggregarsi sul nulla per mancanza
di una bussola che ci orienti nell'area del fare,
del saper fare e del saper essere,.

Manca proprio la convergenza per costruire
quel patrimonio di idee tuttora nascosto in un limbo
privo di riflessione che preferisce elargizioni al posto
di servizi reali, sussidi invece che investimenti,
e non di meno pensionamenti invece di offerte
di occasioni di lavoro.

Tutto questo mina il funzionamento della democrazia,
accantona la nostra Costituzione, e nasce il silenzio
che significa acquiescenza, e l'acquiescenza nutre
solo indifferenza e distacco dalla politica. 

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